La prof. Francesca Pulvirenti ha rappresentato l'I. C. Cantù 3 al Seminario franco-italiano "Etwinning au service du chef d'établissement" tenutosi a Nizza dal 24 al 26 marzo. Al Seminario hanno partecipato 40 tra presidi e vicepresidi selezionati dalle rispettive Agenzie Nazionali tra le numerose domande ricevute. Il dibattito ha avuto per oggetto i seguenti temi: rivedere e comprendere il ruolo del preside per l'attuazione di progetti eTwinning di qualità; analizzare l'uso di eTwinning nei progetti internazionali; utilizzare eTwinning nella gestione della scuola e delle sue attività internazionali.
mercoledì 5 aprile 2017
Le opportunità offerte da eTwinning in un seminario bilaterale Francia-Italia
La prof. Francesca Pulvirenti ha rappresentato l'I. C. Cantù 3 al Seminario franco-italiano "Etwinning au service du chef d'établissement" tenutosi a Nizza dal 24 al 26 marzo. Al Seminario hanno partecipato 40 tra presidi e vicepresidi selezionati dalle rispettive Agenzie Nazionali tra le numerose domande ricevute. Il dibattito ha avuto per oggetto i seguenti temi: rivedere e comprendere il ruolo del preside per l'attuazione di progetti eTwinning di qualità; analizzare l'uso di eTwinning nei progetti internazionali; utilizzare eTwinning nella gestione della scuola e delle sue attività internazionali.
UN PO' DI DIBATTITO...
TWITTER E DIDATTICA: MATRIMONIO DA FARE
di Mariangela Readelli
Negli
ultimi anni, molti studiosi statunitensi si sono focalizzati
sull'apporto di Twitter alla didattica: questo approccio, che forse
in Europa può apparire meno scontato in ambito accademico, nasce
dalla constatazione che gli studenti vivono ormai immersi in un
ambiente pervaso di tecnologia e digitale. Perciò si chiedono per
quale motivo vietare i social a scuola? Meglio sfruttarne la
popolarità come uno strumento che invoglia allo studio.
Attraverso
una ricerca dell'Università del Vermont, condotta dal prof. Ryan
Becker e dalla prof. Penny Bishop, si è dimostrato che Twitter è un
ottimo strumento con cui gli studenti possono personalizzare il loro
curriculum; che, se usato nella didattica, è possibile valutarne
l'efficacia a livello formativo; che fornisce una "audience"
reale agli studenti, fatta di esperti e non; e che permette di
individuare nuovi modi per comunicare la scienza.
Gli
studenti hanno usato Twitter per "fare i compiti", ma anche
per creare un proprio profilo personalizzato seguendo utenti diversi,
tra cui anche la Nasa. Si è rivelato uno strumento utile per la
possibilità di essere aperto a una gamma infinita di potenzialità.
Gli studenti dovevano "maneggiarlo "comprendendone il
funzionamento, e non come un semplice sostituto della più
tradizionale lavagna presente in classe.
Twitter
è quindi uno strumento speciale, capace di potenzialità di cui gli
altri strumenti non dispongono. Offre la possibilità di estendere
l'insegnamento al di fuori dell'ora in classe con il professore,
tramite, per esempio, il coinvolgimento dato agli studenti dalla
possibilità di avere l'accesso a persone sparse intorno al mondo.
Offre
la possibilità ad ogni studente di incentivare i propri interessi
tramite lo scambio con altre persone, studenti come lui, ma anche
persone dotate di esperienza nei campi più svariati.
Twitter
consente uno scambio uno-a-molti: quando un utente twitta, anche se
si rivolge direttamente a qualcuno menzionandolo, il suo tweet viene
pubblicato sulla timeline, e ognuno dei suoi follower lo leggerà e
potrà eventualmente commentarlo.
A
volte, però, non si è favorevoli all'uso di questo social perché
si pensa che gli studenti vadano incontro a rischi, ma ancora di più
perché si pensa che trascorrono già troppo tempo a contatto con i
social e le tecnologie.
C'è
stata, in genere, una crescita nell'utilizzo delle nuove tecnologie a
scuola.
Ma
per quanto riguarda, più specificamente, Twitter, questo social non
è così ampiamente adottato dai docenti per la sua totale apertura:
si tratta infatti di un format aperto, e questo provoca l'insorgere
di nuove sfide per insegnanti e studenti, come la gestione della
privacy oppure le conseguenze di un utilizzo sbagliato per fini non
didattici.
In
sostanza, dunque, per Twitter possiamo parlare di uno strumento a due
facce: da un lato offre enormi potenzialità, ma dall'altro espone
anche a potenziali rischi.
In
quanto "nativi digitali", riteniamo spesso che questi
ragazzi conoscano già tutto del digitale e del mondo dei social
network: questo è vero solo in parte, però.
È
infatti vero che gli studenti padroneggiano l'abilità di utilizzare
i social, ma mancano della stessa abilità quando si tratta di
contenuti o delle specifiche caratteristiche dei vari social network.
La
scuola, da questo punto di vista, ha una grande responsabilità.
La
scuola dovrebbe fare di più. Offrire corsi sulla Digital Citizenship
e l'utilizzo del computer, ed educare all'uso dei social media.
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