mercoledì 5 aprile 2017

Le opportunità offerte da eTwinning in un seminario bilaterale Francia-Italia



La prof. Francesca Pulvirenti ha rappresentato l'I. C. Cantù 3 al Seminario franco-italiano "Etwinning au service du chef d'établissement" tenutosi a Nizza dal 24 al 26 marzo. Al Seminario hanno partecipato 40 tra presidi e vicepresidi selezionati dalle rispettive Agenzie Nazionali tra le numerose domande ricevute. Il dibattito ha avuto per oggetto i seguenti temi: rivedere e comprendere il ruolo del preside per l'attuazione di progetti eTwinning di qualità; analizzare l'uso di eTwinning nei progetti internazionali; utilizzare eTwinning nella gestione della scuola e delle sue attività internazionali.

UN PO' DI DIBATTITO...


TWITTER E DIDATTICA: MATRIMONIO DA FARE

di Mariangela Readelli

Negli ultimi anni, molti studiosi statunitensi si sono focalizzati sull'apporto di Twitter alla didattica: questo approccio, che forse in Europa può apparire meno scontato in ambito accademico, nasce dalla constatazione che gli studenti vivono ormai immersi in un ambiente pervaso di tecnologia e digitale. Perciò si chiedono per quale motivo vietare i social a scuola? Meglio sfruttarne la popolarità come uno strumento che invoglia allo studio.
Attraverso una ricerca dell'Università del Vermont, condotta dal prof. Ryan Becker e dalla prof. Penny Bishop, si è dimostrato che Twitter è un ottimo strumento con cui gli studenti possono personalizzare il loro curriculum; che, se usato nella didattica, è possibile valutarne l'efficacia a livello formativo; che fornisce una "audience" reale agli studenti, fatta di esperti e non; e che permette di individuare nuovi modi per comunicare la scienza.
Gli studenti hanno usato Twitter per "fare i compiti", ma anche per creare un proprio profilo personalizzato seguendo utenti diversi, tra cui anche la Nasa. Si è rivelato uno strumento utile per la possibilità di essere aperto a una gamma infinita di potenzialità. Gli studenti dovevano "maneggiarlo "comprendendone il funzionamento, e non come un semplice sostituto della più tradizionale lavagna presente in classe.

Twitter è quindi uno strumento speciale, capace di potenzialità di cui gli altri strumenti non dispongono. Offre la possibilità di estendere l'insegnamento al di fuori dell'ora in classe con il professore, tramite, per esempio, il coinvolgimento dato agli studenti dalla possibilità di avere l'accesso a persone sparse intorno al mondo.
Offre la possibilità ad ogni studente di incentivare i propri interessi tramite lo scambio con altre persone, studenti come lui, ma anche persone dotate di esperienza nei campi più svariati.
Twitter consente uno scambio uno-a-molti: quando un utente twitta, anche se si rivolge direttamente a qualcuno menzionandolo, il suo tweet viene pubblicato sulla timeline, e ognuno dei suoi follower lo leggerà e potrà eventualmente commentarlo.

A volte, però, non si è favorevoli all'uso di questo social perché si pensa che gli studenti vadano incontro a rischi, ma ancora di più perché si pensa che trascorrono già troppo tempo a contatto con i social e le tecnologie.
C'è stata, in genere, una crescita nell'utilizzo delle nuove tecnologie a scuola.
Ma per quanto riguarda, più specificamente, Twitter, questo social non è così ampiamente adottato dai docenti per la sua totale apertura: si tratta infatti di un format aperto, e questo provoca l'insorgere di nuove sfide per insegnanti e studenti, come la gestione della privacy oppure le conseguenze di un utilizzo sbagliato per fini non didattici.
In sostanza, dunque, per Twitter possiamo parlare di uno strumento a due facce: da un lato offre enormi potenzialità, ma dall'altro espone anche a potenziali rischi.
In quanto "nativi digitali", riteniamo spesso che questi ragazzi conoscano già tutto del digitale e del mondo dei social network: questo è vero solo in parte, però.
È infatti vero che gli studenti padroneggiano l'abilità di utilizzare i social, ma mancano della stessa abilità quando si tratta di contenuti o delle specifiche caratteristiche dei vari social network.
La scuola, da questo punto di vista, ha una grande responsabilità.

La scuola dovrebbe fare di più. Offrire corsi sulla Digital Citizenship e l'utilizzo del computer, ed educare all'uso dei social media.